Venerdì 21 aprile 2023 il Consiglio Comunale di Urbisaglia ha incontrato la sig.ra Judith Brady, nipote dell’internato Salomon Joles.
Accompagnata da Giovanna Salvucci, Presidente dell’Associazione Casa della Memoria di Urbisaglia, la sig.ra Brady ha prima visitato il palazzo e il giardino Giustiniani Bandini dell’Abbadia di Fiastra dove suo nonno, Salomon Joles, fu internato dal 1940 al 1943 e successivamente deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, da cui non fece ritorno.
Prima di trovare un modo per salvare se stesso e sua moglie, nel 1939 Salomon era riuscito a far imbarcare le due figlie Malvina and Helga di 16 e 11 anni per gli Stati Uniti. Quella fu l’ultima volta che si videro, poi un lungo buio per più di settanta anni: pochissime notizie e nessuna certezza sul destino di loro padre.
Nel 2018 Marion Scott, nipote dell’internato Dr. Chaim Sternbach, contattò la famiglia di Salomon Joles e li informò che i loro nonni erano stati inernati insieme ad Urbisaglia. 1
Joshua Mackie, figlio di Helga Joles, ha immediatamente contattato la Casa della Memoria di Urbisaglia: Giovanna Salvucci e Emanuele Ferrarini hanno confermato la presenza del nonno a Urbisaglia e si sono attivati per raccogliere dall’Archivio di Stato di Macerata i documenti che lo riguardavano.
Queste informazioni hanno spinto Joshua Mackie, insieme ai cugini Judith e Steve Brady, figli di Malvina Joles, a cercare altre informazioni e documenti che potessero far luce sulla storia dei nonni durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e hanno scovato online due cartoline che facevano parte di una collezione donata al Museo dell’Olocausto di Los Angeles: erano due cartoline che il nonno Salomon spediva alla moglie dal campo di Urbisaglia.
Da una prima lettura dei documenti si evince che Salomon Joles, nato a Kolomyja nel 1892 e di nazionalità ex austriaca, fu internato a Urbisaglia il 29 luglio 1940, proveniente da Milano.
Dopo la chiusura del campo di Urbisaglia nell’ottobre 1943 Salomon Joles rimase a Mogliano come internato libero fino ai primi di febbraio 1944 e successivamente trasferito nel campo di Villa Lauri a Pollenza.
A Mogliano Joles lasciò un baule chiuso con i suoi effetti personali al Sig. Manfredo Petrelli che, nel 1946 lo consegnò intatto al Comune di Mogliano per farlo recapitare alla famiglia. La Delasem (Delegazione per l’Assistenza agli emigranti ebrei) affidò la riconsegna del baule alla Sig.ra Miriam Levi, all’epoca domiciliata a Macerata. Non sappiamo se il baule sia mai arrivato a destinazione.
Salomon Joles, insieme agli internati di Villa Lauri, venne verosimilmente trasferito a Fossoli a fine marzo 1944.
Secondo i dati riportati nella Digital Library del CDEC e da Liliana Picciotto, 2 Joles venne deportato con il convoglio n. 9 ad Auschwitz, dove arrivò il 10 aprile 1944.
Il luogo e la data della morte rimangono ignoti.
Fino al 2018, quindi, la famiglia di Salomon Joles non ha mai saputo cosa gli fosse accaduto prima della deportazione. Le sue cartoline non erano mai state recapitate e non era stato trovato nessun documento: «Avevamo fatto delle supposizioni, ma nessuno sapeva cosa gli fosse successo. Eravamo riusciti a trovare dei documenti relativi a nostra nonna ma niente riguardo al nonno». Dopo la sua visita a Villa Bandini Judith Brady ha così commentato: «Vedere questo luogo ha reso tutto reale. La parte più triste per noi tutti è stato sapere che lui è vissuto molto più a lungo di quanto credevamo e che avrebbe potuto sopravvivere se si fosse trovato in qualche altra parte d’Italia. Questo è stato veramente duro da sopportare, soprattutto per mia madre, che è venuta a mancare nel 2020».
La sig.ra Judith Brady è stata quindi accolta in Municipio dal Consiglio Comunale di Urbisaglia con le seguenti parole pronunciate dal Sindaco Paolo Giubileo: «Il Consiglio Comunale di Urbisaglia dà il benvenuto alla Sig.ra Judith Brady, nipote di Salomon Joles, internato nel campo di Urbisaglia dal 1940 al 1943. Riteniamo questo gesto un dovere verso coloro che, solo perché di religione ebraica, hanno sofferto indicibili violenze e umiliazioni che si sono consumate anche nel territorio di Urbisaglia. Il nostro benvenuto alla sig.ra Brady testimonia la volontà dei cittadini di Urbisaglia di non dimenticare gli anni del Fascismo e della guerra, e la volontà di volersi ispirare ai valori di coloro che hanno combattuto per la democrazia e per la libertà».
Note
- Marion Scott ha visitato il campo di Urbisaglia nel maggio 2018, accompagnata da Giovanna Salvucci e Cristina Arrà (Assessore alla Cultura di Urbisaglia). Durante la sua visita si è impegnata ad iniziare una ricerca per rintracciare i parenti degli internati austriaci: la sua attività è risultata preziosissima per lanciare le attività di quella che poi sarebbe diventata l’Associazione Casa della Memoria di Urbisaglia.
- Liliana Picciotto, Il libro della memoria: gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945); ricerca della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea. Milano: Mursia, 1991, pp. 338-339.