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Nissim Calef

Nissim Calef

NISSIM CALEF ( 1907 – 1968 )

Nissim (Noël) Calef nasce il 29 settembre 1907 a Plovdiv (Filippopoli), Bulgaria.
Era in possesso di un passaporto italiano per i servizi del padre al Consolato italiano. Negli anni ’30 viveva in Francia e iniziò a lavorare per una compagnia cinematografica.
Nissim Calef fu arrestato a Parigi durante il raid del Vel d’Hiver e internato a Drancy il 21 agosto 1941. Del suo internamento a Drancy scrisse molto, un libro pubblicato per la prima volta in italiano con il titolo Drancy: Campo di Rappresaglia. Roma: Edizioni Italiane, 1945.

Fu rilasciato da Drancy il 23 dicembre 1941 grazie al suo passaporto italiano che gli consentiva di essere protetto dalle autorità italiane.
Il 15 febbraio 1942 rimpatriò in Italia insieme alla cugina e compagna Rachele.

Dovette rimanere a Bardonecchia, all’Hotel Tabor, perché gli era stato negato il permesso per lavorare a Roma come “tecnico cinematografico”. Quando Rachele e Nissim non poterono più sostenere la loro sistemazione all’Hotel Tabor, furono accolti presso la mensa gratuita della “Casa degli italiani all’estero”, ma la Prefettura di Torino propose di internarli.

Il 23 maggio 1942 furono firmati gli Ordini di internamento di Nissim a Urbisaglia e Rachele a Pollenza (doc. 10). Nissim giunse al campo di Urbisaglia il 12 giugno 1942 (doc. 5B).

Il 6 agosto 1942 Nissim e Rachele ricevettero l’ordine di trasferirsi in un comune della provincia di Torino. Pochi giorni dopo il loro arrivo a Torino la Questura di Macerata scriveva che erano stati trasferiti per errore e dovevano essere ritrasferiti a Macerata (doc. 72).

Arrivarono ​​a Tolentino il 20 agosto e alloggiarono in una foresteria in Via Fondaccio, c/o il Sig. Montecchi. A Tolentino erano in regime di “internamento libero” (avevano cioè obbligo di residenza e percepivano l’indennità giornaliera).

Il direttore del campo di Pollenza suggerì alla Questura di Torino di verificare il reddito di Rachele per decidere se avesse diritto all’indennità giornaliera statale. Secondo lui Rachele e Nissim stavano ricevendo un aiuto economico da due amici di Milano, ovvero il signor Sabetai e l’avvocato Alberto Rusconi, che probabilmente avevano aiutato Rachele e Nissim a lasciare il campo di internamento. Notò anche che Rachele e Nissim erano molto astuti e che possedevano delle macchine fotografiche.

Mentre era a Tolentino Nissim chiese di poter insegnare lingue straniere a giovani studenti, ma gli fu negato perché secondo la legge gli ebrei potevano insegnare solo agli studenti ebrei.

Nell’ottobre 1942 Nissim chiese di poter imparare l’arte della fotografia presso un fotografo locale e gli fu permesso di farlo. Ma quando nel marzo del 1943 il fotografo Orlando Orlandi chiese di poter lavorare con lui, la Questura dichiarò che Nissim non poteva lavorare.

Nell’aprile del 1943 Giacobbe, padre di Rachele, giunse a Tolentino e gli fu concesso di rimanere in paese.

All’inizio di agosto 1943, dopo la caduta del regime fascista, Nissim e Rachele ricevettero la revoca del loro internamento e fu ordinato loro di tornare al loro luogo di residenza, ma rimasero a Tolentino perché Parigi era occupata dai tedeschi (doc 142).

Durante l’occupazione tedesca dell’Italia Nissim e Rachele dovettero nascondersi ad Ussita e infine arrivarono a Roma il 3 luglio 1944. Cominciarono a lavorare per la P.W.B. (Ramo della Guerra Psicologica) e nel gennaio 1946 erano ancora a Roma (doc. 143).

Dopo essere tornato in Francia, Nissim Calef ha pubblicato vari libri e romanzi polizieschi, molti dei quali sono stati trasformati in film, come ad esempio Ascenseur pour l’échafaud (Elevator to the Gallows) diretto da Louis Malle nel 1958).

Nissim Calef muore a Parigi il 9 gennaio 1968.