RUDOLF BRATUŽ (1898-1982)
Rudolf Bratuž, sloveno di Gorizia, fu internato nel Campo di Urbisaglia Bonservizi dal 29 aprile 1941 al gennaio del 1942. Nei documenti d’archivio appare con il nome di “Rodolfo Bertossi” poiché nel 1933 la Magistratura di Gorizia gli impose di ‘italianizzare’ il proprio nome (Cruciani, 40).
L’11 luglio 2011 il Consiglio Comunale di Urbisaglia ha conferito alle figlie Damjana e Bogdana Bratuž la cittadinanza onoraria di Urbisaglia.
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Lettera di Rudolf Bratuz dal Campo di Urbisaglia
30 aprile 1941
Mia cara moglie, mia brava figlia Damjana!
Ora devi esser contenta, tuo babbo fa il gran signore; sono pensionato nella villa di un principe: abito in uno stanzino piccolo, forse era abitazione della servitù. Siamo in cinque.
Un piccolo finestrino, di notte lo teniamo chiuso perché c’è il pericolo che capiti qualche grosso topo. E’ al secondo piano; il primo tutto occupato da altri signori. Di nazionalità slovena ce ne sono 43 e una sessantina gli ebrei di origine tedesca, tutti colti: ingegneri, dottori, professionisti, gente piena di rispetto.Il piccolo corridoio ha altre tre stanzette ed un gabinetto con lavandino; andando giù per le scalette di cemento arrivi agli altri tre gabinetti con bagno… e quattro spine d’acqua per lavarsi. Da qui un lungo corridoio con belle stanze, saletta da pranzo e magnifiche sale di entrata. Ci sono diversi dipinti antichi a colori; poi nel sotto portico anche pitture di un giardino.
Il parco è un sogno. Gli uccellini che cantano, gli alberi di diverse qualità di vari profumi, piante, fiori, limoni nei grandi vasi, aranci; sugli alberi nidi di uccelli alla mia altezze e se ne possono vedere gli ovetti.
Attorno il parco un muro di cinta e in giro delle colonnette: è qualcosa di stupendo girare in questo parco. Anche una Chiesa. Nei tempi antichi era un convento. Dalla nostra stanza si vede il cortile della villa, tutto con sotto portici. Vicino al giardino c’è ancora un convento di piccoli frati che pregano tutto il giorno. Nel giardino anche il gioco delle bocce: lo hanno fatto adesso.
Al giorno, tre volte l’appello: il primo alle ore dieci. Fino ad allora chi è poltrone può dormire e se ha un buon amico riceve caffè e latte nel letto; io mi alzo alle sette. Da domani farò ginnastica con Lupinc e con il Dr. Bednarik. Alle otto caffè e latte. A mezzogiorno appello e poi il pranzo. Oggi un leggero minestrone… e patate con olio e aceto.
Per il servizio, e la tavola viene coperta con tovaglioli ogni settimana lavati, pago lire 3,80 alla settimana. Separatamente noi ci facciamo un piccolo miglioramento di formaggio o altra cosa, insieme ad altri otto signori. Questo si combina ogni settimana tra noi.
Una struzzetta di pane e vino a piacere: questo però bisogna pagarlo, così è limitato.
Alle sette e mezzo è cena e alle dieci di sera nuovamente l’appello. Concerto ogni sera nel parco; una fisarmonica ed un violino, poi i cori dei canti sloveni. Ieri anche io suonai il mio valzer e bebè la polka; oggi ho fatto una partita a bocce. Quando siamo nel letto viene un signore tedesco che offre un bicchiere di tè per 20 centesimi. Così anche nel pomeriggio. Ci sono tanti specialisti, così non manca niente.
A lavare si dà fuori: un fazzoletto fanno pagare 10 cent, camicia 70 cent, mutande 40 cent.
Come vedi, Damjana, il babbo è contento, però desidera la casa e lavorarvi per dare riposo alla povera mamma, alla Milena e a voi tutti.
In questo momento è entrato Bednarik nello stanzino e fa lezioni di lingua tedesca e sto ascoltando; sono in dieci che studiano.
Sei guarita Damjana? Ho spedito a Cici per il suo compleanno una piccola fisarmonica: vi raccomando di conservarla bene e non romperla. Il viaggio è andato bene; solamente a Civitanova delle Marche un fermo di due ore. E’ una piccola cittadella; molto più bella è Macerata; solamente le strade strette. Bel monumento a Garibaldi e altro ai Caduti.
Baci a te e sorella Ada